giovedì 4 luglio 2013

Pagina 06/57

[precede] Bucato Nero, il primo gruppo queer che incontestabilmente lavorava contro l'occupazione, aveva terminato la sua agonia solo un anno prima, e non ero mai riuscita a diventarne un membro. (Quando ne sentii parlare - pensando, per la prima volta nella mia vita: "Oddio! Ci sono altri che la pensano come me!" - loro avvano già cominciato a disperdersi. Più tardi venni a sapere che anche se avessi saputo in tempo di loro, non avrei potuto entrarci - loro non ammettevano bisessuali [una politica che altri sostengono che sia in seguito cambiata, NdA]).

Allora il luogo di ritrovo ufficiale mio e dei miei amici era Salon Mazal [sito in ebraico, Wikipedia in inglese, mappa Google], l'infoshop di Tel Aviv (un centro di informazione politica alternativa, così come una biblioteca, uno spazio per seminari ed un ristorante vegano). Quello era il posto dove tutti i radicali fichi gay e lesbici si ritrovavano abitualmente (i radicali fichi transgender non erano ancora immigrati da Gerusalemme a Tel Aviv). La loro cricca era però molto chiusa, e non mi sentivo mai a mio agio ad andarci da sola. Ancor oggi non riesco ad individuare la causa della fredda accoglienza che i miei amici ed io spesso ricevevamo: era la nostra bisessualità? Pensavano che noi fossimo etero? Avevano creato una cultura chiusa di cui non potevamo soddisfare i requisiti? Od era tutt'altro? Ora so che non ero l'unica a sentirmi estraniata da questi circoli, eppure le ragioni di ciò restano fumose. Ad onta di ciò, i miei amici ed io amavamo comunque il posto, dacché vi riecheggiavano le nostre passioni di attivisti, ci forniva istruzione e strumenti [culturali] grazie ai molti libri, alle zine ed ai seminari, ed era inoltre, ovviamente, un magnifico punto d'incontro in cui potevi avere un pasto completo vegano al prezzo di ILS 20 (circa USD 5) [od EUR 4].

Quando seppi che le persone del Salon Mazal ed i resti di Bucato Nero stavano organizzando un convegno anarcoqueer a Tel Aviv (la Nona Queer-uzione Internazionale, ne fui immediatamente eccitata. L'evento era stato pianificato con molti mesi d'anticipo, e sapevo che ogni settimana si incontrava al Salon un comitato organizzatore. Però la tensione per l'evento svanì quando mi resi conto che mi sentivo troppo timida per frequentare davvero un evento organizzato da persone che conoscevo, ma che non sembrava che mi riconoscessero. Il mio partner di allora ed io proponemmo di tenere un seminario sul sesso etero queer (un argomento molto bisessuale, in un tempo precedente al nostro pensare alla bisessualità in termini politici). Però gli organizzatori non ci contattarono, e non frequentai mai il punto di raccolta. Il luogo in cui entrai in contatto con la Queer-uzione furono le dimostrazioni che avvennero quell'estate.

Il 12 Luglio 2006, il gruppo 'terrorista' [7] libanese Hezbollah rapì tre soldati israeliani al confine del Libano del sud occupato. Come risposta, le forze armate israeliane hanno bombardato la capitale del Libano Beirut, il suo aeroporto, e molti dei suoi ospedali, scuole, centrali elettriche ed infrastrutture ed uccidendo 1.191 dei suoi cittadini nel corso di un mese. Questo attacco omicida, malnascosto come risposta di 'autodifesa' divenne presto noto come la Seconda Guerra del Libano e fu ampiamente sostenuto dal governo, dal parlamento, dai media e dal pubblico d'Israele. [segue]

Nessun commento:

Posta un commento