mercoledì 7 agosto 2013

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[precede] comunità – e la nostra organizzazione, Panorama – doveva identificarsi ufficialmente con la politica di sinistra oltreché con il femminismo, o se noi dovessimo limitarci al solo argomento della politica bisessuale, tacendo sulle altre questioni. Un’altra questione che si affermava con forza era se noi, il nucleo attivistico di Panorama, rappresentavamo la comunità bisessuale – in quanto, ad onta dello status politico ufficiale di Panorama, noi eravamo ben noti come attivisti femministi, anarchici e radical queer, e non si faceva mistero che questo è quello che siamo e quelle erano le nostre opinioni.

In quel momento, Panorama era ancora chiamata soltanto “Comunità Bi e Pansessuale”, e la posizione che mantenevo all’epoca era che noi dovevamo evitarei di esprimere apertamente le nostre opinioni politiche femministe, anarchiche ed a proposito dello stato mentre facevamo dell’attivismo bisessuale. La mia ragione per questo era la mia speranza che l’organizzazione fosse il più inclusiva possibile per chiunque volesse aggregarsi, temendo che piantare una simile bandiera politica avrebbe respinto molta gente. Molti altri, invece, sentirono che l’organizzazione che avevamo fondato insieme poteva essere inclusiva solo se noi potevamo esprimere apertamente le nostre opinioni anziché tentare di nasconderle. Avevamo bisogno di uno spazio in cui sentirci a casa, ed in cui potessimo godere dei frutti del nostro lavoro consentendoci la libera espressione e promozione delle idee in cui credevamo. Inoltre, dacché lo status quo è sempre determinante nella formazione delle comunità, stare zitti su certe questioni spesso porta a tollerare i medesimi problemi all’interno di quello spazio silenzioso. Dacché la società è sessista – stare zitti sulle questioni del femminismo avrebbe mantenuto la presenza del sessismo nella comunità; poiché la società è razzista e militarista – stare zitti su queste questioni avrebbe mantenuto la stessa cosa. Non volevamo avere una parte nello status quo del silenzio e dell’oppressione, e non volevamo accettare queste cose nella comunità che ci sforzavamo di creare per noi.

La prima riunione di Panorama si tenne il 25 Agosto 2009, e la sua agenda rifletté allo stesso modo la tensione tra queste due prospettive. Durante l’incontro, avevamo deciso di aggiungere la parola femminista al nostro nome, cambiando così il nome dell’organizzazione da “Panorama – Comunità Bi e Pansessuale” a “Panorama – Comunità Femminista Bi e Pansessuale”. Ma il dibattito sulla politica di sinistra rimase irrisolto. Ma lo stesso incontro fu tenuto al club Hagada Hasmalit = La Riva Sinistra [EN, HEmappa Google] - un centro comunitario di sinistra e quartier generale del Partito Comunista Israeliano [AR, EN, HE]. Il luogo, ovviamente, portava il suo proprio messaggio ed era un segno per le decisioni future. Altri argomenti discussi nell’incontro erano i nostri scopi a proposito della comunità e della politica bisessuale, così come le idee per l’azione e l’attività. Nel breve termine, molte delle cose rimasero più dette che fatte, eppure avevamo creato una fonte di ispirazione per la lunga durata – infatti, molte delle azioni che discutemmo allora ora stanno realizzandosi, mentre altre hanno continuato a circolare per molto di più.

Le riunioni di Panorama sono gestate con metodi femministi ed anarchici: chiunque può presentarsi alle riunioni; la moderazione è ruotata ad ogni [segue]

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