mercoledì 7 agosto 2013

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[precede] bisessuale fu rappresentata da oratori in praticamente ogni corteo del Pride quell’anno in molte parti del paese. Per la prima volta nella storia della comunità, gli organizzatori dei cortei si rivolsero a noi per garantirsi in anticipo un oratore, nel loro tentativo di essere inclusivi – o per creare dei “token” [rappresentanti designati solo a far fare bella figura].

Per tutto l’anno, la comunità crebbe. Con l’accresciuta esposizione che aveva ricevuto la politica bisessuale, sempre più gente trovò il modo di unirsi alla comunità. Le nostre attività erano allora diventate regolari e la comunità si ancorò a tre piattaforme centrali: la mailing list online, le varie attività sociali e l’attivismo politico. Anche in questo la nostra comunità ha imitato quella transgender, che si ancora a piattaforme simili. La nostra mailing list crebbe e continua a crescere, consentendo discussioni e dibattiti politici, così come la pubblicità di eventi sociali e notizie della comunità. Gli eventi sociali (i B-Movies, i MESS-e-BI, le serate Caffè Bi, così come altre attività regolari ed irregolari) erano diventate e continuano ad essere uno spazio in cui socializzare, incontrare gente e creare amicizie ed altre relazioni, così fornendo una base sociale alla comunità. L’attivismo politico ci consente di essere creativi, di lavorare insieme, di contribuire alla comunità, di aumentare l’autocoscienza bisessuale e di creare cambiamento sociale.

Il Duemiladieci fu anche l’anno in cui fu creata la prima commissione accademica sulla bisessualità, alla 10^ convention annua sugli studi queer in Israele, Un Altro Sesso. La commissione comprendeva tre oratori: Esther Rapoport parlò della bisessualità e del discorso coloniale sul primitivismo, un secondo oratore parlò della monogamia obbligatoria e dell’esistenza poliamorosa (sulla scia di Adrienne Rich [Nota 48]), ed io parlai della bisessualità repressa nel cinema. La stessa commissione fu un risultato diretto dei contatti che avevo fatto l’anno prima con gli organizzatori all’Università di Tel Aviv (ed in particolare con il Ch.mo Prof. Aeyal Gross) e di conversazioni sull’argomento durante tutto l’anno. Da parte mia, feci lo sforzo di incoraggiare le persone della comunità a sottomettere delle proposte sulla bisessualità. Da parte loro, fu bello vedere la disponibilità a creare una commissione sull’argomento per la prima volta nella storia della convention.

Nell’estate del 2010, furono tenuti tre cortei del Pride a Tel Aviv: uno del Comune, e due alternativi. Il primo fu chiamato il “corteo radicale” e fu organizzato dall’attivista transgender Elisha (Shuki) Alexander, un corteo che si concentrava soprattutto sulla resistenza queer all’occupazione. Questo a poco più di una settimana dal massacro della Flottiglia di Gaza: un incidente in cui le IOF attaccarono la Flottiglia per la Libertà di Gaza, un’iniziativa pacifista che intendeva spezzare il blocco navale a Gaza e trasferire aiuti umanitari e materiale da costruzione nell’assediata Gaza. Prima di raggiungere le acque territoriali occupate da Israele, la flottiglia fu attaccata dall’unità di commandos israeliani Shayeret 13, che uccise poi nove attivisti, ne ferì dozzine, e poi arrestò e deportò tutti quelli che erano a bordo. Simile a qualsiasi attacco militare ai civili (od a qualsiasi attacco e basta), anche questo fu immediatamente ed automaticamente giustificato dal governo, dal parlamento, dai media e dal pubblico israeliano, e pure [segue]

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